nella scuola....

Era da ormai diversi anni, che mia madre era morta e dopo quell'avvenimento non avevo più messo piede a scuola. Ero molto motivato a entrarvi, magari avrei trovato qualcuno con cui intrattenermi... ma non fu così almeno per un periodo abbastanza lungo. Aspettai lì insieme al mio libro. Ero convinto che avrei trovato molti ragazzi con i quale parlare e chissà... magari avrei trovato qualcuno da... uccidere! qualcuno sul quale avrei potuto sfogarmi.... ma mia madre mi diceva sempre " non essere prepotente Pain, non è una cosa da bravi bambini", e me la ripetevo sempre, almeno fino a che il mio istinto non prendeva il sopravvento, ma erano dei casi molto rari.
Quindi mi misi seduto e aspettai... aspettai l'arrivo di qualcuno con il quale " parlare amichevolmente".

"che bello finalmente qualcuno" dissi tra me e me. Non sapevo che fosse una professoressa e quando mi rivolse la parola , provai una specie di attrazione, sembrava come se fosse la voce di mia madre, ma non era lei! "non c'e nessuno qui" dissi con la testa china. "è da un pò di tempo che sto qui ad aspettare l'arrivo di qualcuno". Non sapevo se fosse una professoressa o no sembrava come se mi stesse prendendo in giro. Il mio libro iniziava a brontolare e io ero curioso di conoscere più dettagliatamente quella donna. Potevo quasi intravedere gli occhi di mia madre, inizia a tremare. E così dopo un lungo silenzio dissi: " chi sei davvero tu?"

*"Chi sei davvero tu?". Questa domanda la turbò profondamente. Non sapeva come reagire. Forse l'avrebbe dovuto uccidere, in effetti era lì per questo. Eppure non ci riusciva... quello sguardo così triste che le trapassava gli occhi in cerca di risposte glielo impediva. Le sarebbe bastato azzanarlo al collo sotto forma di pantera e sarebbe finito tutto. Ma no, non ce la faceva proprio. Allora decise di parlare.* Sono un professoressa, ti dico. Sono qui per vedere la scuola, speravo ci fossero anche degli alunni. Dove sono finiti tutti? *Questa volta fu estremamente convincente. Forse, fu anche merito del suo frequente sbattere di ciglia.*