| Aeren Bennett |
| | POV PENNYSilenziosa, lieve e scura come un ombra. Camminava per il parco, nascosta tra le tenebre, la piccola bambina dai capelli color del sangue. Indossava un abitino bianco, che le arrivava sino alle ginocchia sotto alla consueta mantellina viola col cappuccio sulla testa, i piedi erano nudi e lasciavano ad ogni passo una scia di morte su quel praticello verde, bagnato dalle gocce di rugiada illuminate dalla luce della luna piena. Penny si guardava attorno, con fare smorto, disinteressato. Uno sguardo piuttosto insolito per una bambina di soli dieci anni... Inclinò il capo e guardò la luna bianca e luminosa nel cielo. "Certo che... hai un colore strano per rappresentare la notte..." parlò con voce flebile. "La notte è oscura, buia e tu ne rappresenti la potenza, ma come puoi con quel colore abbagliante? Il colore della purezza dicono... ma il colore della notte è il nero... il colore delle tenebre e della morte..." disse per poi fermarsi davanti ad una scena che molti definirebbero raccapricciante. Un uomo aveva afferrato una donna e l'aveva appena buttata per terra. La donna, piena di sangue, stava piangendo, mentre l'uomo si sbottonava i pantaloni. Vicino ai due, un cagnolino stava abbaiando. Probabilmente la donna lo stava portando a passeggio quando ha incontrato quello che sembrava uno stupratore. "Oh luna... ma allora da la su mi ami... mi hai portato... dei giocattoli..." sussurrò la bambina. A sentire quella vocina, l'uomo si voltò. Lo sguardo confuso dall'alcool e il puzzo nauseabondo. L'uomo nel vedere la piccola bambina, scoppiò a ridere. "Ahahaha! E quella chi è, la tua sorellina? Oh, è adorabile, proprio come te tesoro. Dì un po', vuoi unirti a noi?" "Si sbaglia signore, io non sono una sua parente..." "Ooohh... e allora cosa ci fa una bambina sola al parco a quest'ora di notte?" la prese in giro l'uomo. "Cercavo qualcosa con cui giocare..."rispose lei con fare innocente. "Beh... allora vieni qui, ho io qualcosa con il quale puoi giocare..." disse l'uomo con fare perverso. "Non aspettavo altro..." rispose la bambina per poi spalancare gli occhioni color cremisi. Improvvisamente lo sguardo dell'uomo si perse in qualcosa. Nella sua mente iniziarono a mostrarsi immagini di creature orribili e voci che lo chiamavano per nome. Mille occhi si spalancarono di fronte a lui e lo fissavano con fare inquietante, piangendo sangue che pian piano riempì tutto il parco, arrivandogli sin dalle ginocchia e poi sempre più su. Ti piace giocare con me? sentiva riecheggiare nella sua testa. L'uomo si portò le mani sulla nuca, urlando. "AAAHHHH! MA CHE MI STA SUCCEDENDO????!" urlò. Lo stesso stava capitando alla donna, che urlava e si contorceva per terra, mentre cercava di nuotare in quel mare di sangue, visibile solo nella loro testa. "è il potere della follia... non è meraviglioso?" disse la bambina. Continuò così per parecchie ore, a bearsi delle urla e di vederli correre, sbraitare per tutto il parco, in balia delle allucinazioni che ben presto li derubarono di ogni briciolo di sanità mentale che prima avevano. Una volta sicura che nelle menti dei due, non fosse rimasta altro che follia, la bambina sbuffò e si sedette per terra, creando così un alone di erba morta attorno a se. "Perché i miei giocattoli si rompono così presto?" si lamentò strappando i fili d'erba morti. Ad un tratto, vicino a se, ritrovò quello stesso cagnolino che ore prima stava abbaiando. La guardava stranito e la annusava anche con timore, come se in parte sapesse che quello che era successo alla sua padrona fosse stata colpa sua. La bambina sorrise lievemente. "E tu? Vuoi diventare mio amico?" chiese la bimba. Il cane abbaiò e così la bambina lo prese in braccio, stringendolo al suo petto. Di rimando l'animale smise subito di abbaiare e al suo posto iniziò a guaire, flebilmente. "E allora saremo amici per sempre, staremo sempre insieme e tu non mi abbandonerai mai, perché sarai mio amico e mi amerai come io amerò te, saremo la coppia di amici migliore del mondo!" disse mentre il cane cercava di dimenarsi, ma con sempre meno forze, fino a quando non smise di guaire e persino di respirare, ora che la morte lo aveva preso con se. La bambina lo sollevò un momento e lo guardò, mentre più nulla, a parte le braccina della bimba, lo sostenevano più. "Ecco! Ora sei perfetto per essere mio amico!" disse per poi abbracciarlo di nuovo. Era questa per lei l'amicizia... qualsiasi cosa fosse morta, perché lei era quasi, la morte stessa....Edited by Aeren Bennett - 25/3/2014, 20:09
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